Tecniche di pesca: traina costiera

La Traina costiera è un’altra forma di traina che a differenza di quella d’altura e media, tipiche del mare aperto, si pratica nell’immediato sotto costa, come dice lo stesso nome ad una profondità di 15-30 metri. Non di rado infatti ci potrà capitare di imbatterci, soprattutto nei mesi invernali, in piccoli e grossi predatori al riparo e in cerca di nutrimento vicino zone rocciose. Sgombri, sugarelli, lecce, occhiate, pesci serra ma anche spigole e dentici saranno le nostre prede.
A differenza della cugina di alto mare, non necessita di imbarcazioni particolarmente grandi, ne basta una di piccole dimensioni od un gommone con motorizzazioni ed attrezzature fuoribordo. L’azione di pesca quindi si attua con due o tre canne, seguendo l’andamento della costa in zone ricche di scogliere a picco, di praterie di posidonia zone di sabbia e di canali di sbocco, con mare possibilmente in scaduta (dopo una mareggiata). Durante la traina si dovrà cercare di trainare le esche il più vicino possibile alle rocce o dove si notano mulinelli ed increspature sulla superficie dell’acqua. Se le nostre prede sono occhiate, sugheri, aguglie e tracine sceglieremo ovviamente una canna molto sensibile e leggera che ci permetta di apprezzare la difesa dei nostri avversari.
Per quanto riguarda le esche, queste possiamo dividerle in morbide o rigide a seconda che si impieghino le piume di marabou e le siliconiche o si utilizzino cucchiaini e piccoli minnow, galleggianti od affondati, anche se non mancano in certi casi anche quelle naturali.

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Esche: siliconiche, minnow e cucchiaini